Servizio Editoriale Biennale di Venezia 2017



Una Biennale senza clamori

È una Biennale senza clamori, che non sbalordisce ma piace.
Qualcuno dice … molto educata.
Presidente Paolo Baratta, curata e diretta da Christine Macel la 57a Biennale di Venezia 2017.
Di questo ci si accorge immediatamente, che si cominci dal Padiglione Centrale ai Giardini, o dall’Arsenale, dove ci sono sette dei nove “trans-padiglioni.
Assenti anche i grandi nomi.
Pressoché assenti le grandi opere: ce ne sono poche e sono collocate in maniera scontata, depotenziata, salvo poche eccezioni che confermano la regola ci sono (si pensi alle sale dedicate a Kiki Smith o a Philippe Parreno).
I risultati sono tutt’altro che esaltanti anche il posizionamento delle opere è abbastanza caotico.
La Biennale di Venezia, l’istituzione culturale più importante del pianeta, sceglie di confermare in maniera risoluta il ruolo che le compete.
“Istituzionale”, se vogliamo definirlo così. Tutto questo è necessario e opportuno, ma il punto di avvio è di nuovo l’arte, sono di nuovo gli artisti, le loro pratiche, la loro capacità di emozionare e emozionarsi, la loro magia, la loro capacità di “fare mondi”, anche se questi mondi non hanno diretta e lineare relazione con questo mondo e i suoi attuali problemi. Segnaliamo il Leone d’oro alla carriera a Carolee Schneemann (USA). Particolarmente piacevole la presenza di David Medalla e Adam Nankervis (direttore e vicedirettore della London Biennale), artisti della performance e autori della installazione “Mondrian fan club”. L’invito performativo “Tavola Aperta” di Paulo Bruscky al padiglione centrale, il video dell’artista della Turchia Hale Tenger, la poetica di Irma Blank e Joan Rabascall, la grande scultura di ceramica della coreana Yee Sookyung, l’installazione di Sisley Xhafa l’opera pittorica di Riccardo Guarnieri al padiglione centrale, la performance dell’artista belga Edith Dekyndt, il video del 1970 dell’artista Bas Jan Ader (misteriosamente scomparso nell’Oceano Atlantico nel 1971). Molto interessante il padiglione Italia ”Mondo Magico” curato da Cecilia Alemani con gli artisti Adelita Husni-Bey, Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi. Segnaliamo le nazioni e i padiglioni di un certo interesse : La Germania, Ungheria, Romania, Giappone, Brasile, Nuova Zelanda, Australia,Tunisia e Guatemala. Tra gli eventi collaterali è consigliabile la visita: Body and soul performance art-past and present con la partecipazione della performer francese Orlan, Carolee Schneemann (Leone d’oro alla carriera in questa biennale). L’Associazione Verifica 8+1 con Alberto Biasi, Ferruccio Gard e altri. Il simbolo del terzo Paradiso con Michelangelo Pistoletto, Personal Structures Open Bordes Palazzo Mora J Marina Abramovich, Jeff Koons Yoko Ono, Giardini Marinaressa Carole A. Feuerman “Catalonia in Venice”, Leviathan il progetto dell’artista Shezad Dawood curato da Alfredo Cramerotti in due location d’eccezione, la Palazzina Canonica e la Fabbrica Fortuny, Padiglione Tibet a Palazzo Zenobio, Glass Tress Palazzo Franchetti, Hyperpavilion. Nota di presenza della Repubblica Araba Siriana con la partecipazione dell’artista padovano Giuseppe Biasio e di Patrizia Dalla Valle. Nel Padiglione della Romania l’esposizione di Geta Bratescu.
Durante la visita a questa biennale il Gruppo Sinestetico, (nell’occasione accreditato press per la rivista Literary www.literary.it), ha incontrato colleghi artisti, critici, galleristi, giornalisti, scrittori ecc, tra questi la performer Orlan, Eva & Adele, Liv Reidun Brakstad, Dudek Durer, David Medalla, Adam Nankervis, Boris Brollo, Vittoria Biasi, Raffaela Losapio dello studio Ra di Roma e molti altri Gruppo Sinestetico (Albertin, Sassu, Scordo)


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