May You Live In Interesting Times - Biennale Arte 2019 - Venezia


May You Live In Interesting Times, ha inizio con questo augurio la 58esima Biennale d’Arte di Venezia, a cura di Ralph Rugoff e presieduta da Paolo Baratta.
L’esposizione sarà aperta al pubblico da sabato 11 maggio a domenica 24 novembre 2019, ai Giardini, all’Arsenale e in altri luoghi distribuiti nella città lagunare.

 

May You Live in Interesting Times è la mostra curata da Ralph Rugoff per la Biennale d’Arte di Venezia di quest’anno, e in un certo senso, anche le mostre presentate dai numerosi Padiglioni nazionali rispecchiano l’attualità dei tempi odierni: politica, denuncia sociale, minoranze etniche, migrazioni, totalitarismi, condizione femminile e giovanile, ambiente e sostenibilità. Si potranno visitare l’Arsenale, il Padiglione Centrale e altri luoghi destinati alle novità della biennale, distribuiti come sempre nella città lagunare. Quelli che meglio raccontano o rappresentano gli Interesting Times sono i padiglioni della Gran Bretagna, Belgio, Australia, Svizzera, Russia, Iceland, Francia e Perù. Questi infatti sono i padiglioni che ci hanno convinto di più, non dimenticando però Albania rappresentata ottimamente dall’artista Driant Zeneli. Nel Padiglione Brasile di Bárbara Wagner e Benjamin de Burca, una video-installazione racconta i fenomeni sociali e culturali che interessano la città di Recife in Brasile. Il tema del curatore Milovan Farronato per il Padiglione Italia ci aveva fatto sperare con il titolo: “Il labirinto”, una tematica artistica di sicuro interesse ma che non ha raggiunto, tramite i suoi artisti, l'obiettivo prefissato. Uno spazio enorme con la sensazione del "riempimento" a tutti i costi, ma poco efficace nell'interpretazione. 
Segnaliamo alcune opere particolarmente interessanti dell’artista Antoine Catala nato in Francia ma vive e lavora a New York, presente all’Arsenale con una sua installazione pulsante: una grande "A" trasparente animata dal ritmato battito cardiaco (vedi foto).

Anche nella grande scultura in marmo bianco dei due artisti cinesi Sun Yuan e Peng Yu scaturiva una enorme frusta che sonorizzava tutto lo spazio circostante, racchiusa in un grande plexiglass trasparente (vedi foto). Curiosa e ironica l'interpretazione di due bancarelle da mercato, una di salumi, l’altra di frutta e verdura dell’artista Ukaina Zhanna Kadryova, il tutto proporzionato alle dimensioni reali e rigorosamente tutto in ceramica. Impossibile non accorgersi  del monumentale barcone del performer filandese Chrstoph Buchel. Riuscita la performance della Finlandia con Sonya Lindfors e la performance dell'artista italiana Liuba davanti al padiglione centrale. Lara Favretto lascia la sua impronta con i corpi stampati in un blocco di cemento.



Leone d’Oro alla Carriera a Jimmie Durham, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia ad Arthur Jafa (vedi foto intervistato), per il film The White Album, una disamina sul tema razziale allo stesso tempo critica e politica, ma che per la giuria è stata anche in grado di parlare d’amore. Jafa è presente con il suo film al Padiglione Centrale ai Giardini, ma ci sono anche le sue grandi sculture a forma di ruota catenata all’Arsenale, ugualmente da non perdere. Secondo la giuria il film di Jafa indaga in maniera appropriata sul tema della razza ponendosi allo stesso tempo come saggio, come poesia e come ritratto. La giuria composta da Stephanie Rosenthal, Cristiana Collu, Dafne Ayas, Sunjung Kim, Hamza Walker. La menzione speciale a Teresa Margolles per l’opera dedicata al tema del narcotraffico in Messico e agli effetti che questo ha sulle donne. Menzione speciale anche a Otobong Nkanga, anch’ella in prima linea su temi analoghi. Avendone sondato i preliminari si temeva che questa biennale fosse un pò sciupata e fragile ma invece la si può definire: una tra le più interessante dell'ultimo decennio!

Per gli eventi collaterali: Pino Pascali dall’Immagine alla forma Fondazione P. Pascali
Processional: Cultural Istitution Cynthia and Renato Penna: Todd Williamson
Concomitanza: Pavillon Lituania Virtual Valley/Spazio Ophen Virtual Art Museu, artistas: Shozo Shimamoto-Guglielmo Achille Cavellini – Ryusuke

Servizio editoriale: Gruppo Sinestetico (Albertin, Perseghin, Sassu, Scordo)

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