La Biennale di Venezia
53. Esposizione Internazionale d’Arte 2009
“Fare Mondi”
Una nuova stagione dell’arte in Venezia con la 53 biennale Internazionale d’Arte “Fare Mondi” presidente Paolo Baratta direttore Daniel Birnbaum .
Venezia è una città capace di guardare al mondo e di aver fatto questa città una capitale del Contemporaneo , una zoomata su ogni suo angolo ne fa una scenografia metafisica, quasi un “non luogo”. un immaginario collettivo pur tradendo la fedeltà realistica del luogo , tutto questo è fare mondi !
Il 5 giugno , cerimonia di apertura , con vernice dal 2 al 5 giugno , il 6 apertura per il publico , la mostra resterà aperta al publico nei giardini e nell’Arsenale fino al 22 novembre 2009 .
Il direttore di questa edizione della Biennale è Daniel Birnbaum, rettore della Staedelschule di Francoforte sul Meno.
Lo stesso titolo Fare Mondi allude ad una idea della pratica dell’arte che utilizza tutte le coniugazioni e le modalità operative, infatti gli artisti presenti utilizzano come possibilità espressive le forme artistiche più varie, come l’installazione, il video, la performance, la pittura e il disegno.
Altresì la definizione allude anche ad una idea dell’arte fortemente creativa, intesa nel senso proprio di questo termine, assumendo la capacità di reinventare e creare nuovi mondi, mostrando contemporaneamente anche il farsi di questa creazione, i mezzi con cui si attua e le idee che sono alla base dell’operatività artistica.
Ecco la 53° Esposizione in cifre. Le partecipazioni nazionali raggiungeranno il numero record di settantasette.
In questa edizione sono presenti più di 90 artisti provenienti da tutto il mondo, attraverso i loro lavori che si pongono sia come esempi di possibilità ideative, sia come presenze oggettive di opere, si indaga il senso di un’arte che non si pone confini sia geografici, che teorici ed operativi, arrivando ad utilizzare tutti i mezzi per esprimere una idea e creare così nuovi mondi.
Nel particolare, i vari padiglioni nazionali presentano una nutrita scelta di artisti assai significativi e sicuramente rappresentativi del concept stesso di tutta la rassegna, attraversando tutte la modalità operative attuate nell’ambito dell’arte contemporanea, con uno sguardo obliquo anche sul recente passato riscritto e inventato attraverso le loro opere.
Il Padiglione Centrale , spicca la grande opera dell’artista Tomas Saraceno , che insieme al tedesco Thomas Bayrle trionfano con le loro belle e suggestive installazioni , il rimanente di poca innovazione con proposte già fatte e rifatte in altre situazioni .
Arsenale , è sicuramente il primo ottimo impatto con l’opera di Michelangelo Pistoletto , in performance durante la distruzione di una serie di grandi specchi con un poderoso e grande martello.
Il padiglione Italia presenta la mostra COLLAUDI, omaggio a F:T: Marinetti, sulla scia delle numerose iniziative espositive nate in questi ultimi tempi legate ad una rivisitazione storica e documentale del Futurismo, ma l’idea è anche quella di evidenziare la trasversalità delle invenzioni teoriche ed espressive di questa avanguardia attraverso uno sguardo legato alla stretta attualità artistica, presentando un gruppo diversificato di artisti come Matteo Basilè, Manfredi Bennati, Valerio Berruti, Bertozzi&Casoni, Nicola Bolla, Sandro Chia, Marco Cingolati, Giacomo Costa, Aron Demetz, Roberto Floreali, Daniele Galliano, Marco Lodola, MASBEDO, Gian Marco Montesano, Davide Nido, Luca Pignatelli, Elisa Sighicelli, Sissi, Nicola Verlato e Silvio Wolf , in tutta questa “squadra” si evidenziano per interesse artistico Bertozzi & Casoni il rimanente non lo commentiamo !!! mi sembrano cose fatte da furbi !
Alcuni padiglioni si rivelano assai interessanti per la proposta di artisti che comunque hanno caratterizzato la ricerca di questi ultimi anni, con una incidenza internazionale ed una operatività assai significativa.
L’Australia è uno dei padiglioni di sicuro interesse , come il video dell’artistaShaun Gladwell , altrettanto l’installazione con videocassette VHS (come oggetto) di Claire Healy & Sean Cordeiro , e una commestibile installazione (sinestetica) dell’artista Ken Yonetani.
Il Giappone si rappresenta attraverso l’artista Miwa Yanaghi , con delle splendide elaborazioni fotografiche di grandi dimensioni , istallazione compresa sulla prevalenza del colore nero.
La Russia , anche in questa 53° edizione si propone molto bene soprattutto con il suo artista Andrei Molodkin con il Rosso , scultura su scatola in plexiglass che su sollecitazioni esterne , si riempiva di “rosso sangue”.
Anche l’Ungheria è un padiglione molto interessante , con immagini , fotografiche e anche video . tratti da un archivio del 1939 di studi scientifici fatti da un antropologo austriaco nazista sui prigionieri di guerra .
Interessante la Polonia , l’installazione dell’artista Krzysztof Wodiczko , video/visiva di un ambiente creato virtualmente con più video visiona un ipotetico palazzo con vetrate a volta , soffitto trasparente dove si può vivere il tempo e il clima piovoso sulle vetrate, molto suggestivo.
Possiamo citare l’Austria che ha tra gli altri una artista come Elke Krystufek, che da anni adotta una trasversalità dell’operare artistico tra una ostensione corporea, traccia di un vissuto esperito e ostentato e una pratica dei mezzi più vari tra cui anche la pittura che diviene preciso corollario di una descrizione e definizione di sè.
La Grecia è un altro padiglione di buon interesse , con le opere di Lucas Samaras , suggestive le sculture di gemme e l’istallazione dei 25 monitor di piccole dimensioni , come anche il Padiglione Islanda con le interessanti foto dell’artista , le performance di Ragnar Kjartansson
La Danimarca e i paesi nordici, tra cui spuntano anche nomi di italiani dall’identità internazionale come Maurizio Cattelan; autori che hanno privilegiato il mezzo installativo come una ironica rilettura del concetto di ready-made, come Guillaume Bijl, oppue il duo Elmgreen&Dragset autori di installazioni ambientali e cittadine che divaricano il senso della percezione e del pensiero di spazio urbano e naturale.
La Germania presenta l’opera di Liam Gillick, autore che spesso ha posto una sua riflessione sui modi e le forme in cui la società di massa viene mediata attraverso il linguaggio delle immagini e delle forme di espressione e di comunicazione artistica ed informativa.
Interessante la presenza di un autore come Steve McQueen nel padiglione della Gran Bretagna, artista che ha fatto della trasversalità della sua ricerca un elemento significativo, dai suoi video essenziali nella forma e nella resa, sino alle sculture ed alle fotografie; come non ricordare il suo lavoro più famoso Deadpan, in cui riutilizza una gag di Buster Keaton, rimanendo illeso mentre gli precipita addosso la facciata di una casa, perché si trova in corrispondenza della finestra.
Nel padiglione della Grecia troviamo un artista che ha attraversato gli ultimi decenni: Lucas Samaras che già dai primi anni settanta indaga il senso di una corporeità esibita e autoreferenziale per attraversare poi diversi registri espressivi e di ricerca.
Interessante la presenza di una artista come Fiona Tan nel padiglione dell’Olanda, che ha lavorato spesso con il video e con filmati inseriti in ampie ed articolate video installazioni, già presente nel 2001 alla Biennale di Venezia e nel 2003 alla Biennale di Istanbul.
La presenza di un pittore, se così vogliamo riduttivamente definirlo, come Miquel Barcelò, nel padiglione Spagnolo, rivela l’ampiezza delle proposte e la trasversalità delle metodologie operative.
L’artista lavora da sempre su di una idea di metamorfosi organica attraverso impasti sulla tela che vengono esposti all’aria rivelando forme inattese ed inusuali, utilizza poi materiali organici e pigmenti naturali a definire forme di tipo quasi zoomorfico ampliando successivamente la gamma di materiali naturali nel suo lavoro.
Ottimo il Padiglione americano (padiglione premiato) , con la presenza di un artista che ha segnato con la sua ricerca gran parte dell’arte degli ultimi decenni, Bruce Nauman.
La sua capacità di usare tutti i mezzi, dal corpo al video, all’installazione, al neon, unita ad una sottile e lucida capacità teorica e critica, hanno fatto di lui un artista che ha segnato in maniera decisa le ricerche degli ultimi decenni, anticipando forme e modalità operative e ponendo le basi di tante esperienze e ricerche contemporanee.
La giuria presieduta da Angela Vettese e composta da Jack Bankowsky, Homi K. Bhaba, Sarat Maharaj, Julia Voss, assegnerà i premi stabiliti per questa edizione:
Leone d’oro per la migliore partecipazione nazionale.
Leone d’oro per il migliore artista della mostra Fare Mondi.
Leone d’oro per il più promettente giovane artista della mostra Fare Mondi, inoltre i Leoni d’oro alla carriera sono stati attribuiti, su proposta del direttore Daniel Birnbaum, a YOKO ONO e a JOHN BALDESSARI.
Baldessari sin dall’inizio si pone nell’ambito dell’operatività concettuale, basti ricordare la mostra Art by Telephone, del 1969, le cui opere semplicemente sono le telefonate di vari artisti in galleria che danno indicazioni verbali su come realizzare i pezzi di una mostra mai realizzata, il catalogo è costituito dalle registrazioni.
Il legame tra testo e immagine porta l’artista successivamente nell’ambito più definito della narrative art, creando integrazioni tra scrittura ed immagine, ed ancor oggi è il versante della fotografia che l’autore persegue come ricerca personale.
Parlare di Yoko Ono significa attraversare gran parte delle ricerche e delle esperienze artistiche della seconda metà del novecento, anzitutto la sua presenza significativa e determinante nel gruppo Fluxus, dove adotta diverse possibilità operative e mezzi, forte di una formazione datale dagli studi di filosofia e dalle lezioni di composizione musicale tenute da John Cage.
Sin dalle prime opere, oggetti presentati nell’ambito delle azioni di Fluxus, propone un rapporto di interazione che esorta ad una partecipazione del pubblico in forma immaginaria o reale al fine della realizzazione dell’opera stessa.
Il suo intento dichiarato è un allargamento della coscienza non solo percettiva, attraverso l’ampliamento delle modalità operative dell’arte, in cui permane comunque un profondo senso poetico desumibile da operazioni dove l’artista propone istruzioni immaginarie e a volte impossibili da eseguire, giocando sul rapporto fra immagine, linguaggio ed oggetto.
Inoltre utilizza il corpo evidenziando il doppio statuto marginale di donna e straniera, offrendosi come nella performance Cut Piece, come una sorta di vittima sacrificale attraverso il taglio dei vestiti che mettono letteralmente a nudo la fragilità dell’individuo.
L’attenzione per il corpo è documentata dalle varie esperienze filmiche in cui questo viene presentato in modo coatto, basti pensare a Film n°4 bottoms dove si vedono dei glutei che si muovono ritmicamente, sollecitati da un camminare che diviene azione ossessiva.
Oppure la contaminazione operata tra suono ed immagine come nel caso di Fly dove appare un corpo di donna su cui si muovono incessantemente nugoli di mosche emettendo apparentemente un ronzio incessante che è invece prodotto dalla voce stessa dell’artista.
A tal proposito è interessante segnalare, per un approfondimento dell’opera di questa artista, una mostra che si volge contemporaneamente alla Biennale, negli spazi della Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia, dal 28 maggio sino al 20 settembre dove si tiene la personale di Yoko Ono dal titolo Anton’s Memory.
La mostra si articola attraverso l’esposizione di nuovi lavori tra cui composizioni sonore, film, dipinti, sculture, disegni, e alcune installazioni che richiedono una interazione diretta con il pubblico.
In questa sede l’artista presenta il video della sua famosa performance Cut Piece, oltre a vari oggetti che evidenziano le tematiche legate al corpo ed in particolare al ruolo femminile, come una scultura che contiene chiusi e compressi in cassetti, frammenti di un corpo femminile.
Inoltre risulta assai interessante un aspetto come la scrittura che ha segnato da sempre la ricerca di Yoko Ono, l’artista scriverà sui muri frammenti, poesie e parole che come sempre tendono ad evocare e a spostare l’attenzione sensibile dello spettatore verso situazioni mentali e poetiche.
Importante quindi la presenza di questa mostra in concomitanza con il premio assegnato dalla Biennale, perché ripercorre tutta la ricerca dell’artista degli ultimi quarant’anni evidenziando la continuità tra gli attuali e i precedenti lavori.
Si Possono Citare interessanti padiglioni come , Islanda “Welcom the end “ dell’artista Raginar Kjartansson , il Padiglione del Luxssemburgo “Collision Zone “ con gli artisti Gast Bouschet e Nadine Hilbert, il Padiglione del Portogallo con gli artisti Joao Maria Gusmao e Pedro Paiva i loro lavori sono in stretta collaborazione con il curatore Natxo Checa , insieme rappresentano un’intallazione influenzata da teorie scientifiche , filosofiche e letterarie.
Altri padiglioni di sicuro interesse sono il Padiglione Estonia , Padiglione della Turkey , Padiglione della New Zeland , e il padiglione della Finlandia.
Gli eventi collaterali, proposti da enti e istituzioni internazionali, saranno trentotto, dislocati in chiese, edifici storici, gallerie e isole della laguna. Un altro vanto, sbandierato ogni volta, è rappresentato dal crescente numero di essi ma, più che alla quantità, si dovrebbe badare alla qualità , alcuni di essi lo sono qualitativamente interessanti , citandone : Porto d’Arte curato da Luciano Caramel con gli artisti Franco Batacchi di grande tecnica , le ricerche optical di Ferruccio Gard , (significativa la sua performance al Padiglione Italia sull’artista milanese Davide Nido , e nello stesso evento gli artisti , Finzi , Licata , Potenza , Santorosso , Seguso , Stefani , quasi tutti veneziani.
Altro evento collaterale da segnalere e da vedere , “La Città Ideale, “ curato da Boris Brollo promosso dall’Aiap-Unesco , la presenza sound di Ram e RadioCona (Slovena) , dove sono in onda waves sonori del Gruppo Sinestetico (Albertin , Sassu , Scordo), dal 3/7 giugno.
Il collaterale : “Workshops in Venice , performance Ana Dovrai Meron , artista di origini israeliana.
Significativi anche alla Thetis “It is possibile ? “ ideato e curato dal Lucrezia De Domizio Durini con la collaborazione di Gerard Geroges Lemaire coordinato dall’architetto Antonietta Gradasso .
Collaterale “Krossing Immaginodromo a Mestre , tra i partecipanti artisti di Materia Prima e Isabella Pers con la sua interessante performance “Pandora 2 “
Ranger Museum Nue Palazzo Bollani Castello 3647 (Rio della Pietà) , coordinatore Andrea Pagnes con il Ministery of Culture Russian of Russia Federation Moscow Museum Art Modern , con artisti russi .
Da segnalare il collaterale “Detournement Venise 2009 “ tra i coordinatori Perretta , con ottimi videoartisti tra i quali Matarazzo , Tommaso Tozzi e altri.
Il
Gruppo Sinestetico (Albertin , Sassu , Scordo)