Servizio editoriale Les Rencontres d’ Arles de Photographie (F) 2013
1 Jullet -22 septembre 2013
Come ogni anno da luglio a settembre, immancabile un giro in provenza per gli incontri di fotografia di Arles, il festival più importante ed innovativo al mondo. Ques’anno alla 44° edizione.
La prima settimana di luglio, apertura del festival, vede il mondo della fotografia internazionale, invadere i vicoli della piccola cittadina provenzale. Schiere di professionisti o solo amatori passano da una location all’altra per visitare le ben 50 mostre ufficiali. Tra ex capannoni per ricovero treni, chiese sconsacrate o luoghi di interesse storico artistico. Ce né per tutti i gusti.
Il titolo di questa edizione, Arles in Blackgià svela il concept. Una dedica alla fotografia in bianco e nero, ed un modo per riscoprirla nell’era del digitale.
Molte le mostre che richiamano il tema, e a mio avviso forse troppe le mostre dedicate al passato, forse questa volta poca innovazione, ma sempre impossibile non trovare qualità e qualcosa d’interessante.
Per gli amanti del reportage immancabile la retrospettiva di Sergio Larrain,
fotografo cileno dell’agenzia Magnum (1931-2012), nella cattedrale di Sainte-Anne.
Sempre sul tema interessante l’esposizione di Gordon Parks (1912-2006) al parc des ateliers, che ripercorre la storia Americana dagli anni quaranta molto spesso con una personale ironia. Per uscire un po’ dagli schemi il bianco e nero contrastato di Daido Moriyama, fotografo d’avanguardia giapponese, forse sminuito dall’allestimento.
Sempre giapponese ma molto più concettuale, Hiroshi Sugimoto con dei paesaggi minimali ed astratti, in questo caso molto valorizzati dall’allestimento all’espace Van Gogh ed una seconda mostra con un lavoro a colori commissionato da Hermès nella chiesa di Saint-Blaise.
Uniche nel suo genere le fotografie del finlandese Arno Rafael Minkkinen al parc des ateliers, che da svariati anni fotografa il suo corpo inserito nel paesaggio creando un tutt’uno con esso. Molte foto ma tutte interessanti e fantasiose, naturalmente tutto in bianco e nero.
Immancabile la fantasia per Gilbert Garcin, fotografo francese che dopo la pensione decide di frequentare un workshop di fotografia proprio ad Arles, e diventa famosissimo creando un mondo surreale dove il protagonista è se stesso, sempre al al parc des ateliers.
Stessa location per Jean-Michel Fauquet, con la mostra intitolata: ”le grand separateur” : una delle esposizioni più interessanti. Con fotografie di grande formato dove l’autore ci svela un mondo onirico, quasi post atomico. Creato da personaggi fiabeschi, qualcuno ricorda i quadri di Bacon. Da sculture o allestimenti molto cupi da lui stesso costruiti in cartone (anch’essi esposti). Molto valido anche l’allestimento che grazie alle sculture e all’illuminazione arancione, porta il visitatore a far parte di una nuova dimensione. Veramente consigliata.
Da segnalare all’eglise des Freres-Prècheurs l’esposizione più installativa che fotografica del cileno Alfredo Jaar che ripercorre con immagini ed installazioni alcune figure ed eventi politici dei nostri tempi.
A pochi metri dal Rodano, a le Chapelle de Méjan, imperdibile l’esposizione dell’artista italiano dell’arte povera, Giuseppe Pennone. Svariate fotografie di performance che ripercorrono tutta la sua carriera e qualche installazione.
Da segnalare inoltre i paesaggi astratti di Antoine Gonin, i ritratti contro il razzismo di Pieter Hugo, il bel lavoro di Cristina de Middel che immagina degli astronauti africani, i giardini del nostro Alessandro Imbriaco, e l’istallazione splendida di Erik Kessels che stampa tutte le foto inserite in un giorno su Flickr e ne riempie completamente una stanza.
Espositivi al Parc des Ateliers.
Antonio Sassu Matteo Albertin e Gianluca Scordo
partecipano al premio del libro con i libri : UTOPIA e MINIMO
Ma Les rencontres non è solo questo..
Conferenze, Letture di portfolio, workshop, premio del libro, notte dell’anno con le proiezioni delle agenzie internazionali e se non bastasse il festival Off, che anche quest’anno offre innumerevoli mostre in location a volte impensabili, ma dove è possibile trovare autori molto validi.
Sempre del festival Off da non perdere la notte della Rouquette. Il quartiere si anima per tutta la notte con proiezioni, mostre anche in case private, aperte solo per l’occasione e musica in tutte le vie, immancabile la Paella.
Tra una mostra e l’altra è possibile incontrare vari personaggi della fotografia internazionale o magari semplici appassionati con cui condividere le proprie impressioni. Per i più fortunati, qualche collezionista o gallerista interessato al vostro lavoro… chissà!!
Per chi decidesse di fare un giro ad Arles per il festival consiglio di mettere in programma qualche visita fuori porta. La Provenza e la Camargue, offrono moltissimo. Non lontano si può visitare Avignone, Gordes, Aix en Provence, Russillon, Fontaine de Vaucluse e molto altro (13).
Molto vicino ad Arles possiamo visitare Lex Baux de provence dove oltre al paesino medioevale meraviglioso, troviamo la Cattedrale dell’immagine. Un’ex cava di tufo dove all’interno vengono proiettate immagini in movimento con musica di vari temi. Difficile da descrivere ma da restare a bocca spalancata quando si entra… attenzione!! Fa freddo!
Bonne Visite!!!
I sinesteti (Albertin , Sassu, Scordo) www.grupposinestetico.it